Il primo aspetto su cui la famiglia Maffei ha puntato, quando nel 1996 ha deciso di trasformare l’hotel di Madonna di Campiglio in una struttura perfettamente biologica, è stato l’attenzione alla luce. E non solo per la particolare sensibilità ambientale di cui è dotata Barbara, professione architetto, che ha curato la riqualificazione architettonica dell’edificio, ma anche per poter consentire agli ospiti di godere, dalle stanze dell’albergo o dall’accogliente sala colazione, della spettacolare vista sulle Dolomiti del Brenta. Per questo il Biohotel Hermitage è dotato di ampie vetrate che corrono lungo il perimetro della struttura affacciata sulle Dolomiti.
In questa progettazione strettamente correlato alla luce è il colore. Forte della convinzione dell’azione energetica che esso può avere sul corpo, sulla mente e sullo spirito, grazie a lle frequenze elettromagnetiche che emette, Barbara si è assicurata che l’applicazione della pittura venisse effettuata con la massima attenzione. Nella zona soggiorno prevalgono colori caldi che stimolano la circolazione sanguigna e danno allegria, mentre nelle camere dominano i colori freddi come il blu che ha grandi proprietà calmanti, induce al rilassamento e al sonno e regola la pressione sanguigna.
Anche la scelta dei materiali segue la bioarchitettura. Concepito come “terza pelle” perché deve permettere la traspirazione sana, in modo simile all’epidermide (prima pelle) e ai vestiti (seconda), il “cappotto” di questa struttura assolve al meglio al compito di termoregolazione della temperatura esterna e permette un adeguato ricambio d’aria e una buona autoregolazione dell’umidità. I laterizi utilizzati sono in argilla porizzati con segatura anziché con il polistirolo. Come isolante naturale è stato utilizzato il sughero in granuli. Il legno è stato, per tradizione e per attenzione all’ambiente, il materiale prediletto.
“Abbiamo preferito”, afferma Barbara Maffei, “legno del luogo per portare all’interno la natura meravigliosa, ma anche per fedeltà ai principi di tracciabilità della materia prima e della vicinanza dei luoghi”. E anche perché il legno è un perfetto regolatore ambientale, purifica l’aria e assorbe i cattivi odori come un filtro e nel Biohotel Hermitage è utilizzato per pavimenti, soffitti e per gli arredi su misura, assemblati senza alcun apporto di viti o giunture metalliche.
Aprendo la porta delle camere si entra in un bosco di larici: il legno massiccio non trattato rilascia ancora il profumo naturale della pianta. I letti sono orientati longitudinalmente lungo l’asse Nord-Sud (testa-piedi), la posizione migliore per riposare perché è quella in cui si registra il minimo di attività dell’organismo. In tutte le camere sono presenti disgiuntori di corrente che isolano i circuiti non utilizzati e impediscono l’accesso all’elettromagnetismo. L’impianto elettrico è schermato.
Un capitolo a cui è stata dedicata un’attenzione specifica è quello dei consumi di acqua. Gli alberghi sono tra i maggiori consumatori di questo bene primario. Per questo la famiglia Maffei ha stretto un patto con i propri clienti. Nelle stanze da bagno un cartello suggerisce agli ospiti di fare attenzione ai consumi e richiede loro la partecipazione per la gestione della biancheria. Il risparmio idrico in questo modo raggiunge circa il 30%. Il codice d’intesa con l’ospite prevede che lasciare gli asciugamani per terra significhi: “Prego cambiarli!”; asciugamani sul porta-asciugamani significa: “Li uso ancora in rispetto per la nostra natura!” Sono stati, inoltre, applicati del riduttori di portata ad ogni rubinetto.
E, per il riscaldamento, la progettazione ha previsto i sistemi per irraggiamento (sia le tipiche stufe in terracotta, che il riscaldamento a parete e a pavimento) per riscaldare e raffrescare in modo salubre.