L’industria dei prodotti in legno e dei suoi derivati pone delle problematiche relative alla legalità del legname, alla gestione sostenibile delle foreste, al diritto di utilizzo delle terre e all’accesso equo al mercato.
In un report presentato il 18 febbraio al Comitato permanente forestale Ue, si sostiene che “il legname prodotto in modo sostenibile” può essere un aspetto considerato in un contratto pubblico e che i criteri per i tre pilastri della produzione sostenibile, inclusi i criteri sull’uso e sui diritti di possesso delle foreste, sono idonei ad essere inclusi tra le specifiche tecniche e/o nei processi di assegnazione degli appalti pubblici. Il report realizzato dal Gruppo di lavoro del Comitato sugli acquisti pubblici di prodotti in legno ed i suoi derivati chiede alla Commissione europea di chiarire il quadro legale e, in particolare, il ruolo svolto dagli schemi di certificazione. Il Gruppo vorrebbe inoltre che fosse armonizzato l’approccio adottato dagli Stati membri (MS) e che si sviluppassero criteri comuni nell’Ue per gli acquisti pubblici di prodotti legnosi, inclusi i prodotti utilizzati come biomassa per la produzione di energia.
Otto Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Olanda e Gran Bretagna) hanno adottato politiche nazionali di acquisto del legname. In altri Stati membri tali politiche sono in corso di adozione. Anche se l’85% del legno e dei prodotti legnosi consumati in Europa hanno origini locali, garantire la legalità e sostenibilità della provenienza delle risorse rimane una questione di centrale importanza.