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Suez Environnement lancia il fondo Blue Orange

Suez Environnement lancia il fondo Blue Orange - AcquistiVerdi.it

Durante il 9° Forum ETAP sull’ecoinnovazione è emerso che le imprese di grandi dimensioni possono essere partner vantaggiosi per le piccole start-up: infatti, secondo Matthias Ummenhofer, del Fondo europeo per gli investimenti (FEI), «tutte le storie di successo sono collegate al mondo delle multinazionali». Suez Environnement, specialista francese nella gestione dell’acqua e dei rifiuti, è l’esempio più recente in tal senso, avendo varato, a novembre 2010, Blue Orange, un nuovo fondo d’investimento che stanzierà 50 milioni di euro in dieci anni per aiutare le aziende ecoinnovative a spiccare il volo.

 

Suez continua la tradizione di altri grandi gruppi, come Schneider Electric e Alstom, che nel 2000 hanno varato congiuntamente il fondo di capitali di rischio Aster Capital. Attivo nel settore dell’energia e dell’ambiente, il primo fondo Aster Capital ha investito con successo in oltre 20 aziende europee e nordamericane e attualmente ha capitali impegnati per un totale di 110 milioni di euro.

 

Blue Orange sovvenzionerà tecnologie innovative nel settore dei servizi ambientali, e più specificamente nel campo delle risorse idriche e dei rifiuti. Il nuovo fondo ambisce a investire fino a 2 milioni di euro, sotto forma di capitale di avviamento o aiuto allo sviluppo, in 3-5 start-up ogni anno in Europa, Asia o Nord America. Sono già state identificate decine di potenziali progetti che affrontano sfide attuali, dallo sviluppo di reti intelligenti alla produzione di elettricità dal biogas.

 

«Investire in queste start-up ci consentirà di rafforzare ulteriormente il nostro know-how e potenziare la nostra competitività tramite nuovi modelli imprenditoriali», afferma Jean-Louis Chaussade, CEO di Suez Environnement.

 

La ricerca è in effetti l’elemento portante della strategia d’impresa di Suez Environnement (soltanto nel 2009, la multinazionale ha investito 65 milioni di euro in R&S), e Blue Orange dovrebbe essere l’araldo di un periodo di innovazione collaborativa e più aperta. Suez intende ovviamente cogliere i frutti dell’iniziativa e impone due condizioni alle aziende sovvenzionate nell’ambito di Blue Orange: devono essere sponsorizzate da una singola divisione della multinazionale e l’azienda madre ha diritto a un seggio nel loro consiglio di amministrazione.

 

In cambio, le start-up ricevono la possibilità di accedere all’impressionante infrastruttura di ricerca di Suez Environnement (500 scienziati di spicco e 200 laboratori all’avanguardia) e di trarre beneficio dall’enorme popolarità del gruppo a livello commerciale e industriale, nonché dalla sua conoscenza del mercato, dalle sue abilità gestionali e dai suoi contatti.

 

Il primo accordo nell’ambito di Blue Orange è già stato firmato: servirà a sovvenzionare un progetto britannico, condotto dall’azienda innovatrice Cynar e da SITA UK (affiliata di Suez Environnement), che si propone di trasformare i rifiuti plastici in combustibile diesel pronto all’uso, mettendo in atto una nuova tecnologia di conversione sviluppata da Cynar in dieci stabilimenti (il primo dei quali nel 2011 a Londra). Ciascun impianto convertirà circa 6.000 tonnellate di rifiuti plastici misti in un carburante diesel caratterizzato da una impronta di carbonio inferiore al diesel tradizionale e da un costo più contenuto, mentre la qualità rimarrà inalterata.



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