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Qualità dell'aria al chiuso: è dibattito

La presidenza belga dell’UE ha invocato un quadro paneuropeo per migliorare la qualità dell’aria negli ambienti chiusi e per evitare iniziative nazionali che potrebbero violare le norme in materia di mercato interno.

«Per un lungo periodo, tutte le politiche sono state incentrate sulla qualità dell’aria all’aperto», ha affermato il ministro belga per il Clima e l’Energia, Paul Magnette, nel corso di una conferenza della presidenza dedicata alla creazione di politiche per la qualità dell’aria al chiuso, a settembre 2010. «[Ma] trascorriamo in media più dell’80% del nostro tempo al chiuso [e] la qualità dell’aria negli ambienti chiusi ha un impatto rilevante sulla nostra salute.»

La qualità dell’aria al chiuso è influenzata negativamente dall’isolamento rinforzato dei fabbricati e dalle emissioni nocive provenienti dai materiali da costruzione, dagli elettrodomestici, dai rivestimenti soffici dell’arredamento e del pavimento. Vari Stati membri dell’UE stanno già affrontando tale problema. La Francia sta elaborando parametri per monitorare la qualità dell’aria al chiuso e dare impulso al sistema di etichettatura obbligatorio dei prodotti per l’edilizia. La Germania sta attualmente valutando questo genere di prodotti. I paesi scandinavi hanno optato per l’etichettatura dei prodotti su base volontaria.

Il Belgio auspica che tutte queste iniziative vengano accorpate in un quadro regolamentato dell’UE per evitare eventuali limitazioni alla libera circolazione delle merci. Un quadro simile dovrebbe dettare politiche e orientamenti tecnici al fine di migliorare la qualità dell’aria al chiuso e riunire le politiche nei diversi ambiti della salute, dell’industria, dell’ambiente e della ricerca. Dovrebbe, inoltre, proporre una strategia per il conseguimento di obiettivi nel 2020 riguardanti la salute dell’ambiente.

Per contrastare le emissioni alla fonte, il Belgio invoca criteri paneuropei per stabilire cosa si debba intendere con una «buona» qualità dell’aria e un elenco di sostanze da valutare in via prioritaria al fine di imporre eventuali restrizioni. Le emissioni degli elettrodomestici potrebbero essere disciplinate mediante i regimi di etichettatura ecologica europei o nazionali esistenti, suggerisce il Belgio.

Il Belgio auspica, inoltre, che la Commissione rilasci un nuovo piano d’azione europeo per l’ambiente e la salute (EHAP) nel 2011 che esamini in via prioritaria la questione della qualità dell’aria al chiuso, come già accade con l’attuale piano per il periodo 2004-2010.

Nella valutazione di giugno 2010 dell’attuale piano, la presidenza parla di «segnali positivi» del commissario alla Salute e alla Politica dei consumatori, John Dalli e di «eurodeputati chiave» in favore di un nuovo EHAP. La presidenza afferma che gli Stati membri hanno offerto il loro supporto quando hanno sottoscritto la Dichiarazione di Parma su Ambiente e Salute durante il congresso europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) a marzo 2010.

L’invito del Belgio ad adottare nuove ambiziose misure per affrontare il problema della qualità dell’aria al chiuso è stato rinnovato dal Parlamento europeo. A settembre 2008 gli eurodeputati hanno adottato una valutazione critica del piano esistente e hanno invocato incentivi economici per le imprese, al fine di migliorare la qualità dell’aria negli ambienti chiusi, e requisiti minimi per garantire la qualità dell’aria al chiuso nei fabbricati di nuova costruzione.



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