“Boom o bluff”. Era questo il titolo di un recente approfondimento del settimanale “Il Mondo” del dicembre scorso dedicato ad una analisi sull’industria ecocompatibile.
In comunicazione la sostenibilità ambientale è il contenuto più abusato. Lo dimostrano i temi degli spot automobilistici, la gara delle aziende a coinvolgere le associazioni ambientaliste nelle proprie attività e lo sviluppo di marchi ambientali a testimonianza della consapevolezza che è un tema di particolare attenzione dell’opinione pubblica.
La sostenibilità ambientale, a parole o nei fatti, è inoltre una delle priorità dichiarate delle strategie di sviluppo delle economie dei paesi sviluppati, USA in testa, e quindi anche italiana. Ma la domanda alla quale tenta di dare risposta l’articolo è se lo sviluppo ecocompatibile sia sostenibile in termini economici e di occupazione, se sia in sostanza un elemento di migliore competizione e profitto.
Per tentare di rispondere occorre fare due premesse. In primo luogo è necessario identificare il comparto di consumo di riferimento, secondariamente, relativamente al mercato considerato, comprendere dinamiche, modalità di acquisto e propensione dei consumatori. E tanto più l’ambito è circoscritto e specifico quanto più occorre contestualizzare ed approfondire l’analisi.
La certificazione Ecolabel per gli alberghi genera risparmi? E se si quando e come? Può essere inoltre uno strumento di competizione singola ma anche territoriale? Quali sono i margini di maggiore visibilità e attrazione verso la clientela potenziale? Qual è il profilo del turista ecocompatibile? Come raggiungerlo e coinvolgerlo? Quali sono i risparmi ambientali?
Si tenterà di rispondere a queste domande nel pomeriggio di Giovedì 17 Febbraio 2011 alle ore 14,30 presso l’Hotel Aurelia di Milano Marittima durante la presentazione dei dati di sintesi dell’Osservatorio sull’Ecolabel turistico promosso nel 2010 dalle Ascom di Cervia, Ravenna e Forlì e finanziato dalle Camere di Commercio di Forlì-Cesena e Ravenna.
La ricerca, condotta dalla società Programarea di Forlì, ha da un lato comparato i bilanci economico-energetici, prima e dopo la certificazione, di cinque strutture campione certificate al fine di definirne i punti di indifferenza e i risparmi. Dall’altro ha intervistato circa 400 turisti per comprendere il grado di conoscenza ed interesse riguardo l’Ecolabel al fine di stimarne le eventuali ricadute competitive.
E’ la prima analisi mai così approfondita e contestualizzata sul tema che utilizza dati originali rilevati sul campo.
I primi dati disponibili sono per certi aspetti sorprendenti. In primo luogo a fronte di ridotti investimenti la gestione ambientale genera immediatamente risparmi in termini di utenze con vantaggi economici diretti oltre che minori impatti ambientali. Secondariamente esistono enormi potenzialità in termini di comunicazione verso la domanda in relazione alla scarsa consapevolezza sul tema ma in considerazione del forte interesse. Senza contare i formidabili contenuti in termini di comunicazione istituzionale e non. Su tali basi è allo studio l’up-grade dell’iniziativa per il 2011 anche al fine di mantenere monitorato il trend.
Secondo la ricerca infatti l’Ecolabel è uno strumento per gli alberghi per competere e per fare profitto, che però deve trovare una propria applicazione ad ogni singolo caso specifico. Ricordando a tal proposito le parole di Domenica scorsa di Salimbeni - Assessore al turismo di Cervia – in merito ad un calo delle presenze di oltre 70.000 unità nel 2010, è evidente l’attualità del tema in termini strategici.
Ecco perché la giornata si annuncia molto partecipata da parte di molti albergatori, operatori del settore, rappresentanti associazioni ambientaliste, di Ispra, del Comitato Italiano Ecolabel ed Istituzioni a livello locale e nazionale.