Non basta che un materiale sia naturale perché usarlo sia sinonimo green. Bisogna conoscere filiera e certificazioni. Leggi l'articolo di Antonia Solari su HOUZZ.
È naturale e quindi è ecologico? Non sempre. Il pericolo di greenwashing coinvolge anche i materiali e, primo fra tutti, il legno. Anzi, proprio perché è una risorsa della terra va scelta con cura e tenendo in considerazione diversi parametri sia nel mondo dell’edilizia, quindi riguardando le strutture in legno o le finiture, sia nell’interior design e, quindi, riferendosi agli arredi.
Gli strumenti per scegliere con consapevolezza e capire se un materiale è davvero naturale e “pulito” ci sono, dalle certificazioni ambientali che danno garanzie sulla riforestazione delle aree disboscate, fino alle regole dettate dalla logica: privilegiare l’uso di essenze locali, per evitare l’inquinamento derivante dai trasporti e tutelare le aree di appartenenza; cercare, dove possibile, di usare legno di recupero ed evitare di applicare finiture troppo invasive e colpevoli non solo di non rispettare il materiale in sé ma anche di contribuire alla formazione di inquinamento indoor.
Le certificazioni
Il primo passo per capire se un prodotto in legno è stato realizzato nel rispetto del materiale e dell’intera filiera produttiva riguarda la presenza, nella sua carta d’identità, di una certificazione che, oltre a definirne l’essenza e il luogo di provenienza, ne definisce l’appartenenza ad un processo controllato in ogni fase, dalla nascita della pianta al disboscamento e alla successiva piantumazione di nuove piante.

Certificazione FSCLa
certificazione FSC è una certificazione internazionale, indipendente e di parte terza, specifica per il settore forestale e i prodotti – legnosi e non legnosi – derivati dalle foreste. Il Forest Stewardship Council (FSC) si impegna a supportare la
gestione ecologicamente appropriata,
socialmente benefica ed
economicamente vivibile delle foreste del mondo, garantendo soprattutto la riforestazione programmata dei boschi da cui sono stati prelevati gli alberi. Gli standard digestione forestale di FSC comprendono, inoltre, la protezione della qualità dell’acqua, vietano il taglio di foreste antiche, prevengono la perdita della naturale copertura forestale e proibiscono l’uso di prodotti chimici altamente tossici.
Certificazione FSC Recycled
I prodotti che contengono il 100% di legno riciclato, di cui almeno l’85% post-consumo, ottengono la certificazione FSC-Recycled, in accordo con gli standard FSC che supportano l’utilizzo responsabile delle risorse forestali. Si tratta di un protocollo più recente rispetto alla prima certificazione FSC, sviluppato proprio per sottolineare e sfruttare l’intero ciclo di vita del legno, dal prelievo della materia prima fino al suo compostaggio.

Certificazione PEFCIl
protocollo PEFC garantisce che la materia prima legnosa per carta e prodotti in legno deriva da foreste gestite in maniera sostenibile. Le foreste certificate sono regolarmente controllate da ispettori indipendenti e rispettano i seguenti principi:
- si conserva la foresta come habitat per animali e piante;
- si mantiene la funzione protettiva delle foreste nei confronti dell’acqua, del terreno e del clima;
- si tutela la biodiversità degli ecosistemi forestali;
- si verifica l’origine delle materie prime legnose;
- si prevede il taglio delle piante rispettando il naturale ritmo di crescita della foresta;
- si prevede che le aree soggette al taglio vengano rimboschite o preferibilmente rigenerate e rinnovate naturalmente;
- si tutela i diritti e la salute dei lavoratori;
- si favoriscono le filiere corte;
- si garantiscono i diritti delle popolazioni indigene e dei proprietari forestali.
Il riusoMa, oltre a scegliere legno proveniente da boschi a riforestazione controllata o essenze locali, una delle soluzioni concrete per contenere l’uso di materia prima riguarda il riuso di elementi dismessi, avendo come primo collaboratore la creatività. Sono numerosi, infatti, gli esempi di progetti di interior design sviluppati dando una
nuova vita a pallet, utilizzando il
legno depositato sulle spiagge dalle maree o lasciato
nelle discariche. Una soluzione non solo più ecologica, ma anche più economica.

La provenienza del materiale
Fra le regole dell’appassionato ecologista ce n’è una, fondamentale e trasversale, valida per qualsiasi tipo di materiale: preferire il chilometro zero cioè, nel caso del legname, l’uso di essenze locali. Si tratta di una scelta legata al contenimento dei consumi energetici, soprattutto per il trasporto del materiale, oltre che della volontà di tutelare le risorse locali e promuoverne lo sviluppo, comprendendo anche il tentativo di partecipare al progresso delle professionalità del luogo.
Le essenze millenarie
Ci sono alcune diatribe in corso riguardo all’uso di legname risalente a millenni fa; è il caso, ad esempio, del Kauri, un tipo di conifera della Nuova Zelanda i cui boschi, nel corso dei secoli, sono stati sommersi da acqua e fango e ora compongono vere e proprie miniere di legno. Chi è a favore del suo prelievo sottolinea quanto usare queste essenze conservate sotto terra significhi escludere il disboscamento di nuove foreste. Chi dubita di questo approccio sottolinea l’impegno necessario per le operazione di prelievo e trasporto, oltre al fatto che si tratta di risorse non rinnovabili.

Attenzione alle finitureL’inquinamento indoor è strettamente legato alla tipologia di finiture dei materiali e, sia nell’ottica di tutelare la salubrità dell’aria, sia con la ferma volontà di rispettare l’
identità del legno, la scelta green dovrebbe orientarsi verso vernici e trattamenti con
basse VOC, componenti organiche volatili, e a base di acqua. Fra le finiture più diffuse, anche le cere e gli oli che, oltre a contribuire a proteggere le superfici in legno, nutrono il materiale e ne prolungano il ciclo di vita. In questo caso, la certificazione più diffusa e che viene in aiuto al consumatore eco-sensibile è l’
Ecolabel.