Il MATTM ha in corso l’elaborazione del “Piano d’azione nazionale produzione e consumo sostenibili” (PAN SCP), previsto dalla L.221/2015 (art. 21). Il 18 settembre si sono concluse le consultazioni.
Tale Piano si colloca nell’ambito delle strategie internazionali e nazionali quali quelle delineate nella Agenda 2030 delle NU, in particolare all’obiettivo 12 “Assicurare modelli di produzione e consumo sostenibili” e, conseguentemente, alla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, dando così attuazione a indirizzi e a politiche nazionali sull’economia circolare, l’uso efficiente delle risorse e la lotta a cambiamenti climatici. Il Piano, ancora in forma di proposta, comprende inoltre anche le azioni e gli interventi riguardanti il settore del turismo, in coordinamento con il nuovo Piano per il turismo sostenibile del MIBACT, l’agricoltura, in connessione con il Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico e i diversi Piani di sviluppo rurale, e alcune delle misure già indicate nel Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti adottato dal MATTM, coerentemente anche con le indicazioni del Piano d’azione nazionale Imprese e Diritti umani 2016-2021 e del Piano nazionale per la Responsabilità sociale di impresa.
Il Piano proposto
Elemento distintivo rispetto ad altri piani o strategie, in questa prima stesura, è l’aver attribuito un ruolo rilevante al consumo, e in seconda misura alla distribuzione, come leva indispensabile sulla quale intervenire per orientare la produzione. La maggiore efficienza nell’uso delle risorse nei sistemi produttivi, non è infatti sufficiente se non coniugata con cambiamenti nelle modalità di consumo, nelle scelte di acquisto, nei comportamenti e negli stili di vita; vista anche l’espansione dei consumi nelle aree in via di sviluppo. Il PAN SCP proposto prevede inoltre che sia approcciata la sostenibilità nelle sua tridimensionalità, pertanto individua specifici obiettivi ambientali (su energia, rifiuti, biodiversità, uso delle risorse naturali, emissioni e inquinamenti), economici (competitività delle imprese, economie locali, occupazione, prezzi equi, razionalizzazione spesa pubblica), sociali (reddito e condizioni di lavoro dignitose, responsabilità sociale, tracciabilità prodotti, solidarietà, cooperazione e partecipazione). A tal fine il legislatore ha previsto che il PAN SCP fosse adottato con Decreto del MATTM di concerto con il MISE, che ha competenze sulla responsabilità sociale di impresa, nonché con il MEF e il MIPAF. Il PAN SCP proposto, mira quindi ad individuare linee di azione che, sulla base dell’analisi delle molteplici strategie e piani settoriali, delle attività da esse discendenti, delle esperienze territoriali in materia di produzione e consumo sostenibile e di GPP, portino ad integrare tra loro le diverse aree di intervento. Pertanto, oltre che diventare uno strumento attuativo per diverse iniziative, dovrebbe contribuire a costruire connessioni e relazioni tra i vari attori e i diversi ambiti e Piani, individuando modelli di produzione-distribuzione-consumo che affrontino in modo integrato i vari aspetti della sostenibilità: eliminazione degli impatti ambientali incompatibili con le capacità auto-rigenerative dei sistemi naturali, contrasto ai cambiamenti climatici, chiusura dei cicli materiali di produzione-consumo, eliminazione degli sprechi (energetici, idrici, alimentari), aumento dell’efficienza nell’uso delle risorse, riduzione dei rifiuti e degli inquinamenti, preferenza verso stili di vita consapevoli e “sobri”. Ma anche ricerca della soddisfazione dei bisogni fondamentali delle persone, anche per le fasce più deboli della popolazione, equità distributiva e problemi di carattere globale come quello dell’immigrazione; mira inoltre a stabilire nuove relazioni tra i soggetti economici basate su principi di reciprocità, cooperazione, rispetto della dignità del lavoro, e tendere all’eliminazione delle povertà e dell’esclusione sociale. Innovazioni tecnologiche e ambientali, ecodesign, etichettatura dei prodotti, appalti verdi, certificazioni ambientali, devono quindi essere sviluppate assieme a innovazioni organizzative, sociali e culturali, responsabilità sociale condivisa, tutela del lavoro e dei diritti, quale base per favorire la coesione sociale permettendo l’accessibilità a beni e servizi di qualità per tutti e garantendo livelli adeguati di “benessere” generale, non più fondato e misurato sulla quantità dei beni posseduti e consumati.