È vero che i prefabbricati in legno hanno costi minori? I professionisti di Houzz rispondono a questa e altre domande sulle case prefabbricate in legno.
La diffusione delle case prefabbricate in legno è molto recente sul territorio nazionale e spesso è stata reclamizzata come la soluzione migliore alle questioni ambientali, di costo e di tempo. Questo ha fatto nascere molte credenze che hanno diviso e dividono tuttora le persone in due grandi categorie: chi la ritiene la soluzione a tutti i problemi e chi, invece, il peggiore errore (o quasi) della produzione edilizia contemporanea.
Domenico Carrara di Greenbuild Srl e Tommaso Michieli dello studio di architettura Michielizanatta rispondono alle domande di Laura Tallarida.
1. Cosa vuol dire “case prefabbricate”?
«Significa sostanzialmente ingegnerizzare il “prodotto” casa», risponde Domenico Carrara di Greenbuild, azienda leader per il settore del sistema costruttivo massivo in legno e distributore ufficiale del sistema costruttivo NUR-HOLZ®.
«Il progetto contiene non solo le informazioni necessarie per realizzare l’opera, ma anche tutti i particolari costruttivi, dalla numerazione di ogni parete fino al dettaglio di ogni singola vite di fissaggio, assumendo così una rilevanza tale da rendere imprescindibili le indicazioni in esso contenute».2. Qual è il ruolo del progettista nella produzione prefabbricata?
«Il ruolo del progettista non varia in funzione della tecnologia scelta per la realizzazione di un edificio», dice l’architetto Michieli. «Il nostro ruolo è innanzitutto legato all’ascolto delle necessità del cliente, alla conseguente metabolizzazione e sintesi in un progetto che oltre alle necessità funzionali tenga conto anche della bioclimatica e dell’inserimento all’interno di un contesto con proprie caratteristiche morfologiche e tipologiche. Senza tuttavia rinunciare a un’interpretazione in chiave contemporanea dell’abitare».3. Qual è l’iter progettuale e amministrativo da seguire?
Sia il processo di progettazione che la parte amministrativa non è differente quando si parla di abitazioni costruite con il sistema “tradizionale” o con il sistema prefabbricato.
La prima fase della progettazione comprende il progetto preliminare, definitivo e la produzione di elaborati grafici «svolta essenzialmente dal progettista con il supporto del nostro ufficio tecnico», racconta Domenico Carrara.
La seconda fase include il progetto strutturale, con l’analisi dei relativi elementi di carico (compresi quelli accidentali come terremoti, vento, carico da neve…) e il progetto costruttivo: «si tratta per lo più di distinte di materiali e disegni a cui si sono aggiunti negli ultimi anni i codici di istruzione per le macchine da taglio a controllo numerico e della preparazione dei disegni esecutivi completi di tutte le parti strutturali: pareti portanti interne ed esterne, copertura (orditura principale e secondaria)».4. Quale legislazione sulle strutture prefabbricate è fondamentale conoscere?
«I calcoli strutturali da presentare presso i Servizi Tecnici Regionali sono gli stessi che per una costruzione in cemento armato, ovviamente sarà il calcolatore che dovrà utilizzare i modelli di calcolo e le accortezze di una progettazione in legno», risponde l’architetto Michieli.
Per quanto riguarda le Norme Tecniche per le Costruzioni Domenico Carrara racconta: «Dopo anni in cui si era assistito a un susseguirsi di norme, ordinanze e circolari ministeriali la definitiva entrata in vigore di queste norme, avvenuta il 1 luglio 2009, è stata una novità particolarmente significativa, in quanto per la prima volta in Italia, veniva introdotta una norma specifica per le costruzioni in legno, con l’inserimento all’interno delle stesse di ben tre sotto-capitoli relativi alla progettazione delle strutture di legno».5. Parliamo di ecologia: quali sono le certificazione dei materiali?
«Purtroppo non sempre un certificato è sinonimo di ecologia, o comunque non abbraccia questo sostantivo in modo esaustivo, per fare un esempio un certificato PEFC garantisce la provenienza del legname da colture pianificate ma non entra in merito alle emissioni di CO2 o dei VOC», spiega Carrara. Sono presenti sul mercato enti che certificano l’intero processo produttivo dal punto di vista ecologico, ma ad oggi rappresentano una piccolissima percentuale «anche per via dei costi elevati che genera certificare un processo di controllo di questo tipo».6. E da un punto di vista energetico: consumano meno?
«Ecco questo è un capitolo per noi controverso – confida l’architetto Michieli – nel senso che il consumo è un valore rappresentato dal rapporto tra l’energia dispersa da un metro quadro di abitazione in un anno: cioè una performance. Estremizzando l’idea ci si prefigge, all’inizio del progetto, un obiettivo e cioè il raggiungimento di un determinato kW/m² all’anno; a questo punto la tecnologia impiegata diciamo che è indifferente».7. Quali sono le manutenzioni necessarie?
«Nessuna in particolare – risponde l’architetto Michieli – o meglio quelle che si fanno a ciascuna casa come la ritinteggiatura periodica, il controllo dei serramenti, la manutenzione agli impianti e via discorrendo».9. Quali sono le controindicazioni che bisogna conoscere?
«Due sono i grandi nemici delle case in legno: il fuoco e l’acqua», ricorda l’architetto Michieli. «Ogni dettaglio costruttivo, ogni nodo, ogni scelta di materiale deve essere attentamente calibrato avendo in mente questi due aspetti. Un altro punto importante da conoscere e comprendere al di là dei falsi miti è che solo nei telefilm americani le case si fanno in una settimana!».