Il nuovo studio del GSE sulla green economy e sulle energie rinnovabili, uscito a dicembre 2016, mostra come questo settore in Italia attiri ancora investimenti e sia destinato a crescere nel tempo.
Dal 2004 ad oggi infatti il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili è sempre aumentato anno dopo anno e, secondo lo scenario delineato dal Gestore Servizi Energetici, il trend rimarrà positivo, nonostante la cessazione degli incentivi: per il 2020 si stima una potenza aggiuntiva di 3,7 GW rispetto all’anno corrente, per un totale di 7,9 TWh di energia, dei quali circa il 40% ascrivibili a nuovi impianti eolici.
L’installazione di questa potenza aggiuntiva potrebbe generare, secondo i dati, nuovi investimenti (stimati in 7,6 miliardi di euro per nuovi impianti e 4,7 miliardi di euro all’anno per esercizio e manutenzione) e nuovi posti di lavoro (circa 62.000 unità all’anno tra istallazione e ciclo di vita degli impianti).
Secondo il rapporto elaborato, al 2020 risulterebbero circa 6,9 TWh in più rispetto al 2015: l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili passerebbe dai 109,5 TWh del 2015 ai 116,4 TWh nel 2020.
Dati positivi anche in relazione al contesto comunitario: in base alle previsioni del documento le fonti rinnovabili copriranno il 18,4% del consumo di energia complessivo, quasi un punto e mezzo percentuale in più rispetto alle disposizioni dell’Unione Europea.
“L’ambiente in cui viviamo non è l’eredità dei nostri padri, ma il prestito dei nostri figli. Per questo”, ha sottolineato il Presidente del GSE Francesco Sperandini, “investire nel settore della sostenibilità ambientale è strategico nell’attualità per la crescita economica del nostro Paese, e ineludibile in prospettiva per i figli dei nostri figli”.
Sul sito ufficiale è possibile scaricare lo studio elaborato dal GSE sugli scenari al 2020