Le aziende gestiscono reti di relazioni molto estese e variegate che si sviluppano su molteplici livelli lungo i quali gli impatti ambientali, sociali ed economici si moltiplicano. Molte imprese hanno deciso di estendere la propria azione gestionale e organizzativa “al di fuori dei propri cancelli” andando a intercettare tutti i segmenti della propria catena di fornitura e di distribuzione. Leggi il nuovo articolo di Paolo Fabbri su The Procurement.
La Green Supply Chain ha, quindi, l’obiettivo di ottimizzare le performance di sostenibilità lungo l’intera catena di fornitura e di distribuzione al fine di permettere all’impresa di raggiungere importanti risultati quali la riduzione delle inefficienze economiche e dei rischi, e le duplicazioni operative. Da un punto di visita gestionale diventa imprescindibile il coinvolgimento dei referenti aziendali che hanno influenza e potere decisionale nei confronti dei soggetti che compongono la Supply Chain (Ufficio Acquisti, Ufficio Ricerca Sviluppo, Ufficio Logistica).
La fase cruciale di questo percorso è la definizione di una politica di Green Supply Chain caratterizzata da procedure operative - coerenti con gli strumenti di gestione ambientale (EMAS o ISO14011), con certificazioni ambientali di prodotto (per esempio Ecolabel) e di responsabilità sociale (SA8000, OHSAS 18001) eventualmente in uso - che intervengono e agiscono negli ambiti che seguono.
DESIGN DI PRODOTTO
Il green design di prodotto previene “a monte” gli impatti ambientali e in genere determina una riduzione dei costi economici. Il green design non riguarda solo i prodotti ma anche il packaging. In quest’ambito le innovazioni green
prevedono:
Il vendor rating sostenibile, che prevede l’interazione di criteri di sostenibilità nella fase di scelta dei fornitori, è un processo che deve passare dalla volontà dell’alta direzione aziendale e che deve prevedere il coinvolgimento di diverse funzioni aziendali e non solo dell’ufficio acquisti. Agendo sull’approvvigionamento di forniture e servizi si possono ottenere importanti risultati di sostenibilità lungo la Supply Chain.
LOGISTICA
L’ottimizzazione della logistica può garantire sia la riduzione dell’uso di energia e di carburanti, sia la riduzione delle emissioni di gas inquinanti e climalteranti. Inserire criteri ambientali in questo ambito permette di gestire i movimenti di materiali e di prodotti lungo la Supply Chain (trasporto; stoccaggio; distribuzione; logistica di ritorno) oltre che razionalizzare procedure gestionali. La globalizzazione dei mercati e la conseguente estensione delle catene di fornitura ha ampliato la complessità dei flussi logistici e relativi impatti generati. Negli ultimi anni si sono adottati miglioramenti significativi da un punto di vista ambientale, di sicurezza e di velocità dei mezzi di trasporto delle merci (camion, muletti, ecc.) e della flotta aziendale (comprendenti anche i servizi di leasing o di noleggio).
Una componente fondamentale della Green Supply Chain è la cosiddetta logistica di ritorno, ovvero il flusso di materiali provenienti da soggetti "a valle” della produzione o della distribuzione (es. packaging, pezzi difettosi, ecc.) che ritornano al produttore il quale sarà chiamato a sviluppare procedure di riciclo, riutilizzo, recupero o corretto smaltimento.
TECNOLOGIE DIGITALI PER GREEN SUPPLY CHAIN
Nel momento in cui si ragiona in termini di incremento delle performance ambientali lungo la Supply Chain non
si può trascurare il notevole sviluppo di tecnologie digitali per l’informazione e la comunicazione (ICT).
Tali tecnologie hanno permesso, da un lato, il potenziamento e la rapidità di gestione dei flussi di materiali e di
informazioni; dall’altro, la possibilità di ottimizzare le operazioni logistiche mediante software e sistemi di geolocalizzazione differenziati, sistemi di immagazzinamento e di consegna innovativi, procedure di tracciabilità
digitale dei flussi. Sul mercato esistono strumenti informatici in grado di: