Lo studio della ricercatrice Sherri Mason ci fa riflettere su una pratica finora considerata molto sostenibile: riciclare le bottiglie di plastica per ottenere microfibre sintetiche per l'abbigliamento. Com'è possibile che inquinino il mare?
La ricercatrice ha trovato nel corpo dei pesci dei Grandi Laghi al confine tra Stati Uniti e Canada una enorme quantità di microfibre sintetiche, anche nelle zone costiere. Tutti questi filamenti tossici sono i frammenti che i capi perdono in lavatrice a ogni lavaggio, in quantità crescente man mano che diventano più vecchi.
In media, si legge nella ricerca, un giubbotto in tessuto sintetico perde 1,7 grammi di microfibre ad ogni lavaggio. Dalla lavatrice, questi frammenti vengono scaricati insieme all’acqua negli impianti di trattamento. Solo una parte viene effettivamente trattenuta: il 40% finisce in fiumi, laghi, oceani.
Le dimensioni microscopiche favoriscono l’ingestione da parte dei pesci. Il rischio è amplificato dalla loro capacità di bioaccumularsi negli organismi, quindi di concentrare una quantità sempre maggiore di tossine nei corpi degli animali ai livelli superiori della catena alimentare.
Causa della frammentazione della microfibra è la centrifuga della lavatrice: uno stress che per questo tipo di fibre non è necessario, dato che probabilmente non trattengono l'umidità.
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