Le rose equosolidali sono disponibili nella linea Solidal Coop in mazzi monocolore con 9 steli di lunghezza 40 cm oppure 5 steli da 60 cm.
Le rose Solidal provengono dal Kenya, attraverso i canali del commercio equo e solidale e sono certificate Fairtrade. Il Kenya è infatti uno dei paesi più coinvolti nell'esportazione di questo fiore, per il basso costo della manodopera e per l'assenza di controlli negli ambienti di lavoro. Questo tipo di produzione può richiedere infatti ottanta passaggi chimici durante il ciclo e molti lavoratori sono privi di contratto, con stipendi iniqui, lavorano fino a 20 ore al giorno e non utilizzano alcuna protezione mentre impiegano i pesticidi. Per garantire ai produttori rispetto dei loro diritti e il minor impatto possibile sull'ambiente, da quattro anni i fiori recisi, in prevalenza rose, sono entrati nel circuito del Commercio Equo e Solidale e anche nel mercato italiano, presentate alla fine del 2006 nel corso della settimana "Io faccio la spesa giusta". Nel 2007, entrano a pieno titolo nella gamma Solidal, la linea di Coop dedicata ai prodotti equosolidali.
Le rose arrivano da Ravine/Karen Roses, scelta sia per le tecniche colturali utilizzate (coltura idroponica) sia per il rispetto degli standard SA8000 (tutela del lavoro e dell'ambiente).
Le rose infatti vengono coltivate su substrati a circolo chiuso, quindi acqua e fertilizzanti sono somministrate in modo razionale e sfruttati al meglio. L'idrocultura è una tecnica che assicura il risparmio di acqua del 40% rispetto ai metodi di coltura tradizionali e che evita la dispersione di pesticidi nel terreno. Sono 86 i milioni di steli di rose raccolti e venduti ogni anno da queste aziende. Oltre a benefici di tipo ambientale, la produzione di rose Fairtrade garantisce ai lavoratori occupazione stabile (ovvero la garanzia di un contratto di lavoro a tempo indeterminato dopo 8 mesi dall'assunzione), salari superiori al minimo legale previsto dalla legislazione del Kenya, rispetto dei diritti di associazione per i lavoratori, un contributo per la casa. Inoltre le aziende mettono a disposizione dei figli delle dipendenti un ambulatorio e la possibilità di frequentare gratuitamente le scuole.