Il pirodiserbo è un mezzo di controllo fisico delle infestanti che agisce in maniera sia selettiva che non selettiva mediante radiazioni termiche generate da apposite attrezzature, rappresentate nella maggior parte dei casi da bruciatori alimentati a gas.
Il pirodiserbo, come tutti i mezzi termici di controllo delle infestanti, ha il grande vantaggio di non disperdere sostanze potenzialmente tossiche nell’atmosfera e di non lasciare residui sul terreno e sulle piante.
Questa caratteristica rende il pirodiserbo una tecnica che può sostituire l’impiego degli erbicidi di sintesi nella gestione delle malerbe negli ambiti non agricoli ove specifiche normative rendono nella pratica inattuabile (o comunque difficilmente attuabile) il diserbo chimico.
Entro il 2015 gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno applicare la direttiva 2009/128/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo, che impone un uso sostenibile dei pesticidi chimici e l’adozione di tecniche alternative in azioni di diserbo, al fine di ridurre i rischi e gli impatti sulla salute umana e sull’ambiente.
Un testo importante, recepito in Italia dal Piano d'Azione Nazionale sul GPP (PAN GPP), che oltre a riconoscere la pericolosità oggettiva dei pesticidi, pone le basi per un vero e proprio cambio di rotta, imponendo agli Stati membri la riduzione al minimo di prodotti chimici, o la loro eliminazione totale, all’interno di quegli spazi, quali parchi e giardini pubblici, campi sportivi, aree ricreative, cortili delle scuole, parchi gioco per bambini, aree limitrofe a strutture sanitarie, frequentati da gruppi definiti vulnerabili (rif. articolo del Regolamento 1107/2009/CE). Nell’ottica di un’azione di difesa integrata, anche l’agricoltura è tutelata; obiettivo principale, la produzione di colture sane realizzata con metodi che perturbino il meno possibile gli ecosistemi agricoli, in grado di promuovere meccanismi naturali di controllo fitosanitario.
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