La Stampa Tuttogreen dedica un articolo al Green Public Procurement (GPP) "La Pubblica Amministrazione compra verde". L'occhiello riassume la situazione italiana: "La pubblica amministrazione è chiamata fare il 50% di acquisti verdi. Una sfida importante, che può aiutare l’ambiente e dare impulso al mercato dei prodotti ecologici. Ma nell’attuazione del Green Public Procurement
l’Italia ha ancora molta strada da fare".
“Un grosso problema in Italia riguardava i criteri da inserire nelle gare di appalto”, spiega
Paolo Fabbri, presidente di
Punto 3. “È stato in parte superato con l’adozione del
Piano d’azione nazionale sul GPP che fissa degli obiettivi e indica come raggiungerli”. Il
PAN, infatti, individua le categorie di prodotti e servizi per le quali il Ministero dell’Ambiente ha già definito i
criteri ambientali minimi da inserire nei bandi di gara. Tra queste, la
cancelleria, la
ristorazione, gli
arredi, l’elettronica, la gestione degli edifici, i servizi energetici, il trasporto, e sono in via di definizione i criteri per altri settori. “In questo modo un ente è facilitato, ma ci sono anche amministrazioni che fissano in autonomia dei criteri aggiuntivi”, continua Fabbri.
L’obiettivo è raggiungere il 50% di acquisti verdi. I benefici di un simile cambio di rotta sarebbero molti, se si pensa che le PA sono il più grosso acquirente di beni e servizi. “Secondo uno studio europeo, se tutti gli enti pubblici usassero computer a basso consumo energetico si risparmierebbero 830mila tonnellate di CO2 e con l’uso di energia da fonte rinnovabile si eviterebbero oltre 60 milioni di tonnellate di CO2”, aggiunge Fabbri.
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