Alla competizione europea per la migliore casa ecologica di quest’anno è l’Italia a portare a casa l’ambito primo posto. Il progetto tutto italiano RhOME for denCity ha riscosso grandissimo successo e ha ricevuto il maggior numero di punti e voti.
Il Solar Decathlon è una competizione che premia i prototipi di case più sostenibili ed ecologiche. Quest’anno la finale si è tenuta a Versailles e alla valutazione di una giuria di esperti sono stati sottoposti dieci progetti provenienti da tutta Europa. Il progetto italiano è stato ideato e realizzato sotto la guida esperta dell’architetto Chiara Tonelli che ha coordinato una squadra di circa quaranta tra studenti e laureandi dell’Università Roma Tre. L’idea nasce per trovare una soluzione concreta ad un problema urbanistico romano: RhOME for denCity è stata infatti studiata per riqualificare il quartiere periferico di Tor Fiscale a Roma, dove l’abusivismo è un fenomeno fin troppo ricorrente.
La forza del progetto sta proprio in questo, nell’aver pensato a creare un’abitazione vera per persone vere, considerando quindi tutte le necessità anche per le categorie più svantaggiate. La casa non è stata progettata per vincere nelle singole categorie dice Chiara Tonelli, e infatti sebbene non sia risultata la migliore in nessuna di queste ha realizzato alti punteggi in tutte e dieci le categorie, senza tralasciarne nessuna, riuscendo così a guadagnare la vittoria finale. Questa casa prefabbricata è costruita interamente in legno, è al 100% riciclabile e al 90% riutilizzabile. Utilizza inoltre sistemi per lo sfruttamento naturale di luce e acqua, e comprende degli speciali pannelli fotovoltaici per la generazione di energia elettrica. È facilmente smontabile e trasportabile in treno da un luogo all’altro. Tutti i materiali e le tecnologie sfruttate sono forniti da aziende italiane, che si sono dimostrate disponibili per lo sviluppo di un progetto così importante e innovativo.
È sicuramente un trionfo per tutta l’Italia, una dimostrazione che l’ingegno e la creatività fanno ancora parte del nostro dna. La vera sfida adesso è quella di capire se e quando questo progetto potrà diventare realtà nel nostro panorama urbano, per evitare che questa vittoria sia soltanto l’ennesimo trofeo in bacheca da ammirare.
Se questo progetto richiede l’uso di tecnologie e materiali sviluppati in maniera specifica e quindi difficilmente replicabili (almeno nel breve periodo) nella produzione di massa, questo non significa che non esistano alternative. Sul mercato sono infatti già presenti numerose possibilità altrettanto innovative e sostenibili di case prefabbricate ecologiche.