AcquistiVerdi.it dedica l'intervista di dicembre a Patrizia Melis, dipendente presso il Comune di Venezia, Direzione Ambiente e Politiche giovanili, Settore per la Tutela del verde pubblico e del suolo, che, in qualità di membro della commissione della gara d'appalto che ha aggiudicato i servizi di pulizia delle sedi comunali, ci racconta una delle prime esperienze di applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (detti CAM) per l'acquisto di servizi di pulizia e prodotti per l'igiene, ai sensi del Dm 24 maggio 2012 n.142. L'intervista è di Paolo Fabbri.
AV: Il Comune di Venezia è stato uno dei primi Enti che ha adottato il DM del 24 maggio 2012 relativo ai CAM per il Servizio di Pulizia. Ci può tracciare un bilancio di questa esperienza?
PM: L’ esperienza è stata sicuramente molto positiva. L’idea di realizzare un appalto green delle pulizie è nata in seno ad un percorso che il nostro Comune sta portando avanti sugli acquisti verdi nei vari settori della Pubblica Amministrazione attraverso dei percorsi formativi specifici. La notizia della pubblicazione del DM del 24 maggio 2012 ci ha colto infatti già in fase finale di stesura del bando e ci ha permesso di acquisire dei riferimenti cui attenerci, approvati anche a livello nazionale. Il Decreto quindi ha dato sicuramente molta più forza alle nostre richieste e motivazioni. L ’appalto è stato il frutto della stretta collaborazione delle 2 Direzioni del Comune coinvolte: la Direzione Contratti e atti amministrativi opere pubbliche, che ha organizzato l’affidamento e gestisce l’appalto, e la Direzione Ambiente che ha dato il supporto tecnico alla stesura del bando ed in fase di selezione dei candidati. Questa proficua collaborazione ha consentito di predisporre un buon bando di gara che prevedeva l'aggiudicazione all'offerta economicamente più vantaggiosa. La ditta vincitrice attualmente presta il servizio in tutte le sedi e gli uffici comunali ed in tutti gli uffici delle magistrature. Le operatrici della cooperativa si dicono molto soddisfatte dei nuovi prodotti, che sentono come meno aggressivi sulla pelle. Da parte dei dipendenti è stata presentata qualche perplessità sulla percezione della pulizia dovuta all’assenza di particolari profumi nell’ambiente.
Più oggettive appaiono invece alcune segnalazioni relative alla difficoltà di eliminare i residui calcarei sulle rubinetterie dei palazzi storici che avrebbero bisogno di detergenti molto più aggressivi.
Nessuna segnalazione invece è pervenuta sui prodotti per l’igiene personale accolti con grande favore.
AV: L’ applicazione dei CAM al servizio di pulizia ha portato a un incremento dei costi?
Il nuovo appalto delle pulizie ha prodotto per l’amministrazione notevoli risparmi rispetto alla precedente gestione, ma è difficile dire se questo risparmio sia dovuto anche all’utilizzo dei CAM. La base d’ asta era stata fissata ad un livello inferiore rispetto alle spese sostenute negli anni precedenti per la necessità di ottenere un risparmio economico, ed è stata ulteriormente ribassata dalle ditte rispondenti al bando in varia misura, senza però che questo pesasse sulle proposte tecnico-gestionali che sono state comunque di ottimo livello.
AV: Secondo lei le aziende sono pronte a recepire le nuove richieste della stazione appaltante che sceglie di applicare i CAM?
PM: Sicuramente il cambiamento di prospettiva crea delle difficoltà di adattamento alle nuove richieste ed ai nuovi criteri di valutazione, che richiedono non solo un adattamento alle ditte che offrono i servizi di pulizie, ma anche e forse soprattutto alle ditte che producono detergenti, macchinari ed attrezzature che devono ripensare sia in fase di produzione sia in fase di presentazione, sottolineandone gli aspetti di riduzione dei consumi e degli impatti sul territorio e sull’ambiente. Una delle maggiori difficoltà riscontrate è stato il confronto tra le prestazioni dei macchinari presentati dalle ditte in quanto nella maggior parte dei casi non erano forniti indicatori sui consumi dei macchinari rapportabili alla loro resa (ad es. consumo energetico al metro quadrato).
Tuttavia la presenza dell’indicatore nella descrizione tecnica dei macchinari di alcune ditte, lascia intuire che le aziende del settore stanno cominciando a entrare nell’ottica di una nuova domanda di prodotti diversi.
AV: Secondo lei il mercato del cleaning professionale è un mercato realmente green?
PM: Sicuramente siamo sulla buona strada. Certo, come accennavamo nelle risposte precedenti, è ancora necessario che si sviluppino delle componenti che sono rimaste un po’ indietro rispetto alle possibilità che antichi saperi e nuove tecnologie, se integrati, possono offrire. E’ necessario inoltre un cambiamento radicale nell’approccio al concetto di pulito di chi vive gli spazi. Faccio riferimento, ad esempio, al problema dell’assenza di profumo percepito come una carenza di pulizia. E’ chiaro che la creazione di una domanda specifica e molto forte contribuirà all’adeguamento dell’offerta. Riteniamo però molto importante lavorare anche sulla soddisfazione dell’utente finale (il dipendente pubblico) e sulla sua percezione della pulizia. Questo perché la gestione delle lamentele, seppur talvolta immotivate, può diventare un ostacolo oggettivo per una amministrazione che si ritrova a dover compiere una scelta tra un cleaning green ed uno tradizionale.