“Può una scuola ridurre la propria impronta ecologica e contribuire così a garantire un futuro sostenibile ai suoi giovani inquilini? È possibile avviare sperimentazioni concrete, efficaci e di sicuro successo coinvolgendo, in un colpo solo, insegnanti, genitori, alunni, amministratori locali, cittadini?”
Nel libro “La mia scuola a impatto zero”, Marco Boschini risponde a queste domande illustrando le ricette virtuose di dieci scuole italiane che sono riuscite a ridurre il loro impatto ambientale, risparmiando energia e denaro: per esempio l’acqua del rubinetto invece di quella in bottiglia a mensa, i guardiani della luce in classe, il Piedibus, gli ecoeuro per gli alunni che consegnano la maggior quantità di rifiuti speciali all’ecocentro.
Non solo le scuole possono incoraggiare queste buone pratiche ambientali, i Comuni possono a loro volta supportarle con gli acquisti verdi: lampade intelligenti che si adeguano all’intensità della luce solare, detersivi ecologici o sfusi per le imprese di pulizia delle scuole, arredi scolastici e per le palestre ecologici, come i banchi e le sedie in legno Fsc e Pefc o le pavimentazioni e protezioni per i termosifoni PSV, e così via.
Intervistato il 14 marzo 2012 su Corriere.it, Marco Boschini pone l’accento sulle regole d’oro per introdurre le pratiche virtuose nelle scuole: «Per prima cosa mai imporle: tutto deve essere conosciuto e condiviso da tutti gli attori della scuola, dagli insegnanti fino al personale auisiliario. Poi adattare il progetto al proprio territorio, valorizzare il contesto in cui la scuola si trova. E infine, non aver paura di sperimentare e non demordere».