Il 1° luglio è dunque partita in Francia per la fase sperimentale di un anno la cosiddetta “etichettatura ambientale” dei prodotti di largo consumo. L’idea era stata presentata nella cosiddetta “Grenelle II”, l’ambizioso programma ambientale del governo francese. Ha questo progetto il dichiarato e altisonante scopo di " dare al consumatore il potere di cambiare il modello di consumo e di produzione”.
Nella scelta dei criteri, che sono variabili in funzione delle categorie merceologiche, il fatto nuovo è dunque che accanto al contenuto “carbonico” (la CO2 emessa nella vita del prodotto) sono presi in esame anche altri impatti ambientali, e cioè quelli più significativi specifici di ogni categoria. L’approccio multi-criterio consentirebbe- secondo gli autori della proposta - di correggere una visione spesso deforme o parziale degli impatti ambientali dei nostri consumi.
Dopo il periodo sperimentale di un anno, l’etichettatura è destinata ad applicarsi per legge a tutti gli articoli di largo consumo, siano essi prodotti in Francia o importati. Questo produrrà una generale unificazione di iniziative similari che in Francia hanno preso piede in questi ultimi tempi, in diversi settori o in diverse catene commerciali.
Con questo approccio la Francia ha inteso mettersi alla testa della Unione Europea in materia di labeling ambientale ed ha quindi richiesto alla stessa Commissione di generalizzare in futuro e su base europea la sua metodologia. Una ricerca commissionata dalla UE e svolta dalla Ernst & Young ha sostanzialmente approvato tale approccio.
La fase sperimentale, appena iniziata, ha lo scopo di validare la praticabilità tecnica ed economica della metodologia approvata (la quale, ricordiamo, è stata messa a punto in collaborazione fra AFNOR e le parti interessate ); poi si tratta di testare la difficile protezione della confidenzialità di alcune informazioni , di veificare la rintracciabilità dei dati necessari per il calcolo degli indicatori e così via: oltre che, naturalmente, di saggiare il successo commerciale dell’operazione stessa.
La sperimentazione è, ovviamente, volontaria e alla fine del 2012 si avranno al più tardi tutti i risultati utili per mettere a punto la strategia successiva. In questo grande progetto collettivo, che ha mobilitato inizialmente esperti di 230 aziende, grandi e piccole, francesi e non, sono nati per ora 168 dossiers raggruppabili in queste categorie: Alimentari, Bevande, Igiene e Cosmetici, Abbigliamento, tessili e calzature, Prodotti in carta, Mobili e prodotti per la casa, Mobili e prodotti per la casa, Prodotti di costruzione, Distributori, Altro.
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