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Bellezza dei luoghi, genuinità dei cibi, mezzi di trasporto e alloggi a basso impatto ambientale, rispetto della cultura locale, prezzi equi, ecco cos’è il turismo ecologico. Negli ultimi anni ha preso piede anche in Italia, dove è possibile organizzare una vacanza ecosostenibile sia nelle agenzie di viaggio che in modalità fai da te, grazie a internet. Vediamo come fare.

 

 

Cos’è l’ecoturismo - Negli ultimi anni si sta sempre più sviluppando l’ecoturismo definito, durante il Summit di Québec nel 2002, come un "modo di viaggiare responsabile, il cui il turista visita e soggiorna in un paese straniero conservando e rispettando l’ambiente naturale e la cultura del luogo, sostenendo e contribuendo alla crescita economica e al benessere della popolazione locale".

 

Come si organizza una vacanza eco - “In Italia esiste l’Associazione italiana turismo responsabile (Aitr), che promuove la cultura e la pratica di viaggi di turismo responsabile, favorisce la conoscenza, il coordinamento e le sinergie tra i soci, come per esempio quello svolto dall’associazione Borghi autentici d’Italia - spiega Silvia Badriotto, consulente di sviluppo e marketing turistico - Se ci si affida a un tour operator, consiglio di scegliere le agenzie affiliate Aitr, mentre se si organizza da soli il viaggio e si vuole puntare sulla sostenibilità ambientale, è preferibile soggiornare in strutture che hanno conseguito il marchio di certificazione Ecolabel, o cercare forme di ricettività integrate nell’ambiente come ad esempio l’Albergo diffuso. Esistono inoltre altre forme di ricettività ecologica come gli Ecovillaggi e le fattorie didattiche che organizzano attività adatte anche ai bambini”.

 

Caratteristiche dell’ eco-travel - Secondo Alessia Freddo, consulente di viaggio, un vero eco traveller  “deve saper visitare le meraviglie del mondo senza lasciare traccia del suo passaggio. In particolare, aggiunge che “per quanto riguarda l’utilizzo dei mezzi di trasporto, deve utilizzare quelli a minor impatto ambientale, preferire mezzi alternativi all’aereo, quando possibile, utilizzare mezzi pubblici all’auto privata, apprezzare l’idea del car sharing, condividendo taxi o auto a noleggio e, meglio ancora, se il luogo lo permette utilizzare la bicicletta o percorrere a piedi le distanze fattibili”.

Per l’alloggio, inoltre “Un eco-traveller evita gli alberghi di lusso e le catene alberghiere, preferendo gli alloggi messi a disposizione dalle comunità locali, anche quelli privati della comunità ospitante. Contribuisce così la crescita economica locale”.

Il contatto umano con le realtà locali non deve esser trascurato. “Bisogna confrontarsi con il vivere vero della comunità che sta visitando. L’eco-traveller assume le abitudini e rispetta le tradizioni della popolazione locale, imparando a conoscerla documentandosi, prima di iniziare il viaggio, sulla storia e il suo costume sociale”. Conclude: “Il viaggiatore eco sostenibile, che viaggia secondo i principi del turismo responsabile, ha cura dell’ambiente ed evita lo spreco dell’acqua e delle risorse naturali, evita di acquistare manufatti che derivino da animali o vegetali in via d’estinzione e porta con sé, sempre, lo spirito ecologico che lo accompagna quotidianamente”.

 

Anche i costi possono essere sostenibili - Indicativamente i costi non sono più alti rispetto a quelli di un viaggio tradizionalmente inteso, perché derivano dalla qualità dei servizi, dalle attività offerte e non dal fatto che sia un modo di viaggiare attento alle tematiche ambientali e sostenibili. Silvia Badriotto sottolinea che: “Il costo di un viaggio che utilizza la filiera corta e l’eliminazione di intermediari reca un giusto guadagno agli operatori diretti che spesso per raggiungere l’obiettivo di certificazione ambientale, svolgono il doppio degli sforzi. Se il viaggio subisse dei costi leggermente maggiori credo non debba andare a discapito dell’esperienza che può offrire”.

 

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