Con l'arrivo delle bioshopper, la bioplastica è diventata un materiale di uso comune e quotidiano. Nel giro di un anno hanno sostituito le 260.000 tonnellate di plastica che eravamo soliti usare per la spesa. E le alternative in bioplastica (Mater-bi o PLA) esistono anche per piatti, posate e bicchieri, cannucce, pellicole per alimenti, imballaggi e telo per la pacciamatura agricola.
Il ciclo di vita dei sacchetti in bioplastica è un circolo virtuoso che inizia e si conclude nella terra.
La bioplastica è prodotta a partire da biopolimeri, ottenuti grazie a tecnologie d’avanguardia a partire da materie prima di natura agricola (principalmente amido di mais ma anche di girasole, patate e frumento). Dalle materie prime si ricavano delle lenticelle di bioplastica che, introdotte in un estrusore, vengono trasformate in un “film in bolla”, ovvero una pellicola molto sottile e elastica. Il ciclo industriale prevede poi l’eventuale stampatura del film con tutte le informazioni, i simboli e i loghi necessari per il suo uso, il taglio e l’opportuna saldatura per trasformare il foglio di pellicola in un sacchetto o una busta per la spesa.
Quando il loro ciclo d’uso “pulito” è esaurito, i sacchetti in bioplastica possono diventare contenitori ideali per i rifiuti organici, la cosiddetta “frazione umida” della raccolta differenziata, insieme alla quale si decompongono nel giro di poche settimane grazie all’azione delle muffe. Il compost, ovvero il materiale fertilizzante che se ne ricava, può essere utilizzato per il terreno con il quale si produce nuovamente la materia prima agricola. Così il circolo virtuoso si chiude, favorendo inoltre la gestione corretta della frazione organica dei rifiuti.
Oggi il prezzo della bioplastica è superiore quello delle plastiche convenzionali, ma è probabile che, grazie allo sviluppo tecnologico e a una maggiore diffusione dei prodotti in bioplastica sul mercato, il loro costo si ridurrà nel tempo. Il settore delle bioplastiche offre inoltre ottime prospettive per l’economia del Paese in termini di ricerca, sviluppo e occupazione.